(articolo di Maurizio Verdenelli) – “Briscole’, non la sprecare per me la pellicola…”. “Pagliarittu, sei un bardasciu: non sei ancora come tuo fratello Dino ma sei veloce, farai strada”.
“Giovannino nell’area piccola non lo batte nessuno, neppure Paolo Rossi”.
‘Voci di dentro’ e di fuori dall’Helvia Recina all’apparire in quegli anni 70, del nuovo vero talento maceratese (con Moreno Morbiducci): Giovanni Pagliari. In quel diciassettenne irriverente, astuto ed artatamente snob intuirono subito il carisma pedatorio il fotoreporter de ‘Il Messaggero’, Pietro ‘Briscoletta’ Baldoni e il maestro di tutti i giovani calciatori sotto il cielo avventuroso ed azzurro di ‘Macerata granne’: Tonino Seri.
E naturalmente Giancarlo Nascimbeni, ds biancorosso nella storia stessa della società che ebbe sede a palazzo De Vico. Ricorda con un sorriso l’Avvocato: “Una volta in campo quel ragazzino esile esile scartò una, due, tre volte come un birillo il roccioso stopper avversario. Che non la prese per nulla bene. Giovannino si trovò così ko a terra per un pugno in pieno petto: difensore espulso e lui a maramaldeggiare!”.
Come l’Araba Fenice rinacque così il mito dei Gemelli del Gol. Stesso percorso Macerata-Perugia. Pagliari e Morbiducci rimpiazzarono nel cuore dei tifosi del Grifone la coppia Turchetto-Dugini che aveva fatto sognare alla Maceratese la serie B sul declinare degli anni 60.
Fu vera gloria? Eccome! Claudio (Turchetto) fu bomber principe nella serie cadetta e solo per pochissimo non venne ingaggiato dall’Inter morattiana dopo il pass del mago Helenio Herrera. Che aveva voluto visionare ad Appiano Gentile l’attaccante from Macerata. E Giovannino a Macerata fu ‘principe’ alla corte del Cavalier Spartaco Ghini, Signore del Perugia calcio (per amor della moglie Emilia), Gran Costruttore del ‘Renato Curi’, metallica e laica cattedrale al Grifo trionfante, diploma al ‘Montani’ di Fermo e felice proprietario di un bireattore che ad Atene venne invidiato perfino dall’Avvocato.
A ricordare Spartaco c’è da qualche anno allo stadio la curva, quella dei supertifosi che l’hanno nel cuore. Alla festa naturalmente c’era anche e soprattutto lui, Giovannino da Macerata (pardon da Tolentino). E con lui Malizia, da Potenza Picena, gran ‘number one’ e maestro di portieri. Anch’egli… emigrante dalle mani d’oro (e naturalmente piedi d’ugual pregiato metallo) sulla strada calcistica che va da Macerata a Perugia.
Pagliari e Nello abbracciati, quel giorno, a Francesco Ghini, figlio di Spartaco. Tutti tre commossi all’ombra di quel ponte ideale che da decenni lega – non solo per lo sport più popolare del mondo – Marche ed Umbria, una fetta bellissima d’Italia.