Civitanova e Macerata: sfida all’Opera nel nome di Bruscantini, la star che rivoluzionò la Lirica

(articolo di Maurizio Verdenelli) – Dopo il primato demografico e la Lube sta a vedere che per Civitanova, Macerata perde pure lo… Sferisterio?

Magari nel nome di un civitanovese con un nome grande così: nella storia della lirica tout court e pure in quella di Macerata Opera: Sesto Bruscantini.

E lo ricordo ancora, nel giardino con cascate di fiori che toccavano occhi ed anima, il celebre Bruscantini, allora 71enne. Era l’estate del 90: 7 anni prima il Met di New York aveva voluto lui sul palco per celebrare con le altre superstar del melodramma per l’anniversario dei suoi primi cento anni. E a lui Gustav Kuhn, nato in un rifugio in Alta Stiria, allievo di von Karajan, direttore artistico di Macerata, aveva pensato per un’operazione ‘rivoluzionaria’. Che aveva fatto gridare all’eresia.

Strappare allo Sferisterio per la prima volta un’opera in cartellone e rappresentarla al teatro Lauro Rossi, che mai aveva aperto il palco in estate! A questa si doveva aggiungere la dissacrazione by Kuhn del capolavoro mozartiano, ‘Così fan tutte’ con tute mimetiche ed anfibi in primo piano. La tempesta di critiche si dissolse davanti al nome di Bruscantini. E alla sua, ancora una volta eccellente, ‘prova magistrale’ nei panni moderni di don Alfonso, il ‘maestro d’amore’.

Il Maestro Alfredo Sorichetti

Ed ora sulla linea Civitanova-Macerata, percorsa tante volte con impegno e dedizione professionale da Sesto, si potrà forse verificare un’inversione di tendenza? Lo Sferisterio è ormai un monumento internazionale della Lirica e non è certo un palasport diventato troppo piccolo, come noto, per la Lube. Tuttavia è sicuro che i civitanovesi, dopo il primato nella danza nel nome dell’immenso Cecchetti, stanno lavorando intensamente da 4 anni nel Belcanto. Con Alfredo Sorichetti, direttore d’orchestra ‘di casa’ a Salisburgo, Vienna, Budapest e in molte altre capitali europee e mondiali, che ha riscosso un vero successo all’apertura della stagione ‘Civitanova all’Opera’ con ‘Cavalleria rusticana’ di Pietro Mascagni (di cui fu assistente il compositore civitanovese Gilfredo Cattolica). Scenografia suggestiva ed evocativa: Porta Marina, le chiese di S.Paolo e S.Francesco, monumenti e luoghi-simbolo della Città Alta.

Ottimo il cast seppure abbia subito una defezione di rilievo. Quella di Fabio Armiliato, mancato Turiddu a Civitanova (forfait per motivi personali) allo Sferisterio vittima di un doppio incidente  nel ruolo di Cavaradossi in una Tosca rimasta alla storia per una esecuzione troppo ‘verista’. I feltrini infuocati, pressati, raggiunsero infatti gli stivali del tenore… che qualche sera dopo essere stato operato, subì sullo stesso palco un secondo incidente con frattura.

“Competere con Macerata? Ma no! Il fatto è che pure Civitanova Marche ha intercettato il crescente interesse per il melodramma ed ha aperto anche a questo genere il suo teatro Rossini, come da tempo succede a Pesaro, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Fano e Jesi”. Con la città di G.Battista Pergolesi, per anni, l’Arena maceratese ha condiviso il proprio direttore e demiurgo: Carlo Perucci.

A dividere i percorsi Civitanova-Macerata, ci sono poi i tempi diversi della programmazione. Cosi l’11 giugno, il ‘Rossini’ riapre con ‘Il Barbiere di Siviglia’. Il cast? Degno di un’Arena…

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