Tassare i ricchi (banche e patrimoni) per dare ai poveri. La Spagna va in controtendenza. Quasi 300 miliardi in aiuti sociali

Dove prendere i soldi per una manovra equa senza tagliare i servizi sociali? Il Governo spagnolo non ha avuto dubbi. Le risorse per la gente (274 miliardi di euro, una cifra rilevante, grazie anche ai fondi Pnrr) arriveranno dalla tassazione di banche (del 4,8% sul margine finanziario), che hanno guadagnato molto sull’aumento dei tassi di interesse, e compagnie energetiche (aliquota dell’1,2%), che a loro volta si sono arricchite sull’aumento vertiginoso dei prezzi. Anche sui patrimoni, quelli oltre i tre milioni di euro, è caduta la scure del Governo: tre aliquote che vanno dall’1,7% al 3,5%.

E’ il famoso Stato sociale. In Italia ancora non si sa cosà farà il nuovo Governo, ma certo, come è successo in Germania da poco, anche in Spagna l’ingreso minimo vital, l’equivalente del reddito di cittadinanza, verrà aumentato dell’8,5%. Crescono anche le pensioni, vengono aiutate le categorie più disagiate come le madri con figli piccoli e i giovani (bonus di 250 euro e aiuti per trovare casa da soli, oltre a bonus cultura al raggiungimento dei 18 anni di età e aumento delle borse di studio).

Impossibile? Tutt’altro. Il Governo del socialista Sanchez ha puntato tutto sin da tempo sul consolidamento del patto sociale tra istituzioni e cittadini con fondi importanti sulla lotta alla violenza di genere, per l’accoglienza dei migranti e per il miglioramento del servizio sanitario nazionale. 

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