Il ruolo crescente dell’Italia nei Balcani

C’è una nazione che più di altre è interessata a stabilizzare i Balcani e a traghettare gli stati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia) verso l’Ue: la nostra. L’Italia, che ha l’ambizione di diventare con il nuovo “Piano Mattei” l’hub energetico d’Europa, già presente da tempo anche con i contingenti militari che operano per mantenere la pace, potrebbe essere sempre più una longa manus di Bruxelles nell’area. E’ il secondo partner commerciale degli Stati balcanici, il primo per investimenti diretti. 

Recentemente il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il responsabile della Difesa, Guido Crosetto, hanno visitato Serbia e Kosovo, facendo da pacieri in quell’escalation tra i due Paesi per fortuna mai avvenuta, a seguito della nota questione delle targhe automobilistiche.

La premier Giorgia Meloni e lo stesso Tajani lo hanno poi detto chiaro da Trieste: “È urgente che l’Ue sviluppi una nuova visione nei confronti” dell’area, guardando “all’allargamento come una priorità”. “In quanto nazione vicina l’Italia conosce bene l’importanza nevralgica che quest’area riveste per il futuro dell’Europa intera. Sappiamo per esperienza che tutto ciò che accade al di là dell’Adriatico ha un riflesso immediato su di noi. Non possiamo permettere che questo quadrante strategico per il nostro continente resti ancora a lungo fuori dalla casa comune europea” ha aggiunto la premier.

Il fine, sostine la Meloni, è “cooperare nella lotta alla corruzione, nel contrasto dei traffici illegali, nella gestione e nel contenimento dei flussi migratori irregolari, nella prevenzione e nel contrasto del radicalismo in ogni sua forma”. Tajani ha annuito, rimarcando che questo è “un punto di svolta nella politica estera… E’ fondamentale la stabilità della regione anche perché attraverso i Balcani passano anche i flussi migratori dalla Turchia ed è importante evitare l’immigrazione illegale”. 

Roma è stata tra i principali sponsor della Bosnia e l’Ue ha concesso al Paese lo status di candidato, dopo Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Albania. Ma molto c’è da fare, anche politicamente, per una completa integrazione. “I Balcani occidentali devono decidere da che parte stare” ha detto chiaramente la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

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