Ricompare il fantasma del Ponte sullo Stretto: collegherà futuro e littorine a gasolio

L’opera delle opere, il Ponte (già) più caro al mondo, potrebbe cominciare ad avere una forma già da luglio del prossimo anno. Cominceremo i lavori, ha annunciato il ministro delle Infastrutture, Matteo Salvini, dopo aver fatto ricomparire in Consiglio dei ministri una bozza di decreto. E’ una sua idea fissa il Ponte di Messina, bello e imponente nelle sue simulazioni, magari in zona sismica il che non è proprio il massimo.

Dovrebbe unire Sicilia e il “Continente”, mai per la verità molto collegate e forse neanche lo saranno dopo la costruzione delle navate, nel caso il progetto, come annunciato, vada avanti. Un’opera “strategica” che la Ue ha benedetto già (in nome dell’ecosostenibilità, non è chiaro il legame) e così anche Bruxelles aspetta i nuovi prospetti dopo aver visto, quarant’anni fa, i primi progetti.

E se da Catania a Trapani ci vogliono più di otto ore di treno per poco più di 200 chilometri, da Ragusa a Palermo da quattro a otto senza contare i ritardi, se gli asfalti delle strade sono fatiscenti, poco importa. Nel viaggio verso sud ci sarebbe un prima e un dopo e poi un ritorno al prima: dopo l’odissea della Salerno-Reggio Calabria, un comodo trasbordo verso l’isola e poi un’altra immersione nella storia dell’Ottocento. Tutta Cultura, diranno.

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