L’archeologia si fa moderna. Nuove strategie per attrarre più turisti tra Italia e Croazia

Si è svolto pochi giorni fa a Pula, in Croazia, il meeting del progetto Archaeodigit, acronimo di  ARCHAEOlogical DIGITal paths for an inclusive and sustainable tourism finanziato dal programma  INTERREG VI-A Italy–Croatia 2021-2027, che vede il Comune di Macerata capofila. Il progetto si pone  l’obiettivo di gettare le basi per l’elaborazione di una metodologia innovativa su come preservare,  interpretare e valorizzare i siti archeologici all’interno di un ecosistema culturale e turistico, rafforzando  l’uso della tecnologia digitale e integrando il patrimonio materiale e immateriale, favorendo un più ampio accesso al patrimonio archeologico da parte dell’utenza. 

“Un progetto di cui siamo particolarmente fieri per l’opportunità che si è creata di collaborare con altre  realtà europee ed enti che condividono esperienze virtuose e competenze che vanno ad arricchire le  conoscenze di tutti – ha commentato l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta – Una condivisione e uno  scambio che riaffermano l’importanza di utilizzare le risorse dei fondi europei per lo sviluppo del territorio. A ciò si aggiunge la perfetta collaborazione tra Ufficio Cultura e Ufficio Europa che, insieme,  lavorano per valorizzare un luogo, il sito archeologico di Helvia Ricina, che fa parte della rete museale  della città; in questi anni abbiamo investito importanti risorse per migliorarne la fruizione e aprirlo, così,  a tutti i cittadini e turisti che potranno scoprire un sito unico che racconta le radici di Macerata”. 

Sono 30 i rappresentanti dei vari partner italiani e croati che in questi giorni, a Pula, hanno dato avvio alla  seconda fase del progetto. Sono stati presentati i primi risultati delle analisi fatte sui siti archeologici di Sepino, Helvia Ricina, Kastela e Omisalj in merito allo stato dell’arte in tema di management,  valorizzazione culturale e turistica, nonché uso delle nuove tecnologie. Un punto di partenza importante  per comprendere punti di forza e debolezza di ogni area coinvolta, al fine di meglio pianificare interventi  pilota volti a valorizzare le aree, mantenerle e renderle attrattive da un punto di vista culturale e turistico. 

La delegazione italiana, oltre al Comune di Macerata, presente con gli Uffici Europa e Cultura, ha visto  la partecipazione dell’Università degli Studi di Macerata, del Parco Archeologico di Sepino, del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio (AIC) e del partner tecnico ETT spa. Presente  anche la Direzione Regionale Musei Marche, partner associato del progetto. “Un’occasione, quella offerta  da Archaeodigit, per porre l’attenzione non solo sulla valorizzazione ma anche sulla gestione,  sull’importanza di conservare ma anche rendere accessibili le aree archeologiche. Centrale – secondo  Manuela Faieta della DRM – sarà la capacità del progetto di avvicinare la gente ai siti archeologici e  renderli parte del patrimonio identitario cittadino”. 

In quest’ottica si inseriscono i lavori dei Co-Creation Workshop, gruppi di lavoro internazionali composti  da stakeholders di settore che hanno il compito di monitorare la qualità degli interventi, dare suggerimenti  ai partner ed elaborare raccomandazioni. Come stakeholders, per il Comune di Macerata, erano presenti  esperti della Fondazione Marche Cultura. “Siamo orgogliosi di essere stakeholder del progetto Archaeodigit – ha detto Andrea Agostini, presidente della Fondazione Marche Cultura – Condividiamo  pienamente gli obiettivi del progetto, volti alla valorizzazione del sito archeologico di Helvia Ricina, e mettiamo a disposizione le nostre competenze e il nostro know-how per contribuire alla costruzione di  strategie comuni. Un contributo chiave sarà la condivisione dei risultati del progetto Next Museum, incentrato sulla digitalizzazione del patrimonio culturale nei piccoli e medi musei. Questo progetto ha  rappresentato un modello di innovazione nella gestione museale, riconosciuto dal Comune di Macerata come una buona prassi da integrare in Archaeodigit. Siamo convinti che la collaborazione tra gli attori coinvolti sia essenziale per la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico delle Marche e siamo  pronti a dare il nostro contributo per il successo di Archaeodigit, puntando a realizzare gli output previsti  e a rafforzare il legame tra cultura, territorio e innovazione”. 

Le attività del progetto, nei prossimi mesi, si concentreranno per ogni area archeologica sull’elaborazione  del management plan, strumento chiave per la gestione delle aree e per l’individuazione dei primi  interventi da realizzare con le azioni pilota. I management plan partiranno da una capitalizzazione di  quanto già realizzato dall’Università di Macerata a Urbs Salvia con il progetto Transfer. “Ci occuperemo,  collaborando anche con la SABAP, di trasferire modelli di gestione del patrimonio archeologico virtuosi,  finalizzati allo sviluppo sociale ed economico dei territori e nello stesso tempo, insieme all’Università di  Pula, costruiremo dei percorsi di formazione internazionali aperti a operatori di settore e a giovani under  35 finalizzati a costruire competenze e accrescere l’attrattività delle aree archeologiche. La formazione – ha commentato il professor Roberto Perna di Unimc – che sviluppa e articola le tematiche che il nostro  Ateneo ha messo al centro del nuovo corso in ‘Archeologia e sviluppo dei territori’, sarà fondamentale  in questo progetto per garantire sostenibilità nel medio lungo periodo formando e aggiornando nuove  figure professionali capaci di cogliere l’unicità dei luoghi e trasformarla in opportunità di crescita delle  nostre comunità”. 

Per saperne di più: https://www.italy-croatia.eu/web/archaeodigit

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