L’Arte condivisa. A Castelli l’esperimento che unisce studenti di Italia ed Ecuador

Non sono solo workshop pratici, nei laboratori del Liceo “Grue” di Castelli, a unire giovani artisti di Italia ed Ecuador. Non è solo l’apprendimento delle tecniche di lavorazione e decorazione dell’antica tradizione castellana. E’ lo scambio di idee, esperienze, culture, a rendere magico questo gemellaggio che ha portato nove artisti del Paese sudamericano a vivere il progetto “La Chicchera tra Tradizione e Innovazione. Dialogo Artistico tra Castelli e l’Ecuador”.

Promossa dal Comune di Castelli, dal Liceo Artistico Statale per il design di cui sopra, dall’Ambasciata dell’Ecuador, dalla Camera Binazionale Ecuador Italia (CBEI), dall’Istituto Professionale Alberghiero e Agrario “Di Poppa-Rozzi” e dal BIM, l’esperimento è riuscito, e con quale entusiasmo da entrambe le parti, che si pensa già di replicarlo il prossimo anno. Può esserne contento Alfredo Aramondi, che tanto ha fatto per unire culture e tradizione dei due Paesi in questi anni con la CBEI.

“Ci siamo arricchiti dentro in questi giorni, sia per avere conosciuto meglio la cultura italiana che per le differenti tecniche di lavoro. Sono stato ispirato da ciò che ho visto qui e porterò queste nuove conoscenze in Ecuador” dice Matias Schneider, 27 anni.

“Sono di Valdivia – sottolinea dal canto suo Jennifer Orrala, 35 anni – che è la città dove per primi trattarono la ceramica nel nostro Paese. Far incontrare la nostra cultura nel settore e l’antica tradizione di Castelli è un’incanto. La nostra tradizione nella ceramica risale a quattromila anni fa e allora mi chiedo: chi insegnò a farci produrre ceramica? E’ possibile che in quelle remote epoche ci fossero già scambi culturali che ispirarono un’evoluzione nel settore?”.

Josè Andrade, 38 anni, punta invece sulla considerazione che “in Ecuador non c’è un istituto come questo e già questo fatto ci arricchisce e motiva per il futuro prossimo”. Ivanna Coba, 28 anni, sottolinea che “l’Arte unisce posti così lontani. Ci siamo potuti incontrare e ripartiamo con la mente ancora più aperta”. Il gemellaggio culturale finirà infatti il 25 maggio.

Richard Fernandez è “entusiasta dello scambio, che è simbolico da un lato e ci arricchisce di conoscenze dall’altro”, mentre Juan Diego Badillo, il più “anziano” del gruppo con i suoi 48 anni, dice che “dal condividere emozioni ed opinioni, da tempo passato insieme e non solo nelle aule per gli esperimenti e i lavori, abbiamo scoperto di avere molto in comune”. Di questa curiosità di confronto parla anche Kevin Manjarres, 30 anni: “Sono fortunato di aver fatto parte di questo progetto. Non sapevo che reazione avrei avuto a questi giorni di condivisione artistica, ma devo dire che oggi mi sento molto in sintomia con la vita”.

“Abbiamo potuto verificare che le culture, benchè lontane geograficamente, sono vicine” sottolinea Charlotte Minango, 20 anni. Kerly Gallardo, 25, sintetizza: “Ritengo che siano da rimarcare due aspetti di questa esperienza: ci ha fatto conoscere la vostra cultura, che si è anche tradotta in un’accoglienza eccezionale, e nuove tecniche di lavorazione. Artigianali e antiche, non industriali. Per questo dobbiamo essere riconoscenti a tutti”.

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