“La mission del nostro museo è proprio quella di dare vita alla più grande narrazione popolare e collettiva del nostro paese. Il Giubileo ci dà la grande opportunità di raccontare quella magnifica pagina rappresentata dal mondo missionario italiano. Un mondo ‘un po’ Marta e un po’ Maria’ che in tutti continenti, da secoli, insieme alla parola di Dio, porta conforto e aiuti concreti”. Parole di Paolo Masini, presidente della Fondazione MEI.

Si è aperta a Roma, presso la Sala della Quadreria del Complesso Santo Spirito in Sassia la mostra “Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione”. Il progetto è realizzato dalla Fondazione Museo nazionale dell’emigrazione italiana (MEI) e dalla Fondazione Migrantes, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario, ed è ispirato dalle Missioni cattoliche italiane e dedicato ad esse.

Oltre a Paolo Masini, presidente Fondazione MEI, ideatore e coordinatore del progetto alla presentazione c’erano tra gli altri mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale Fondazione Migrantes (“Il tema del Giubileo è la speranza – ha sottolineato – Essa nutre e sostenta il cammino di chi ha affrontato e affronta oggi la sfida della mobilità umana. Ha guidato nella migrazione anche i nostri connazionali che sono partiti e ha dato la forza ai missionari che sono stati al loro fianco. Li hanno fatti sentire a casa”), mons. Graziano Borgonovo, sottosegretario Dicastero per l’Evangelizzazione, S.E. mons. Samuele Sangalli, Segretario Aggiunto per l’Amministrazione del Dicastero per l’Evangelizzazione. 

La mostra racconta le storie dei missionari che, in tutto il mondo, hanno accolto i nostri emigrati, attraverso documenti d’archivio, lettere e documenti. Vincenzo Pallotti, Geremia Bonomelli, Giovanni Battista Scalabrini, Luigi Guanella e Francesca Saverio Cabrini sono stati i nostri missionari più “famosi”, ma la presenza italiana nel mondo è stata, come è oggi ancora, la base della nostra identità.

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