Quando si spegne la luce

Adesso Simon Biles, l’atleta più venerata del mondo, la più attesa e spremuta, dovrà salvarsi “dai suoi demoni”.  Già li ha ricacciati indietro, parlandone in pubblico, oltre ad annunciare il suo – imprevedibile, fino a pochi giorni fa – ritiro. Dovrà lavorare su se stessa, come gran parte di questo mondo triste e senza via d’uscita. “Adesso deve reimparare un po’ alla volta”, ha detto il suo allenatore.    

Simone, cinque volte medaglia olimpica a Rio, ha semplicemente portato “il peso di tutto il mondo sulle spalle” come lei stessa ha voluto far sapere a tutti. L’attesa – che vincesse senza problemi, che si inventasse nuovi numeri, che sbalordisse il mondo ancora una volta, ancora di più – le ha rotto gli equilibri del corpo. In conferenza stampa ha chiamato i demoni “twistes”, che nel mondo della ginnastica sono effetti di disorientamento mentre si compie l’esercizio: perdi consapevolezza del tuo corpo, è come se stessi fluttuando nello spazio. Non è solo questo, forse.

Il senso di vuoto che ritorna mentre stai volteggiando è più probabilmente un sereno distacco che il corpo spremuto chiede da ciò che devi essere: perfetta. Non esiste perfezione più grande che prendere coscenza di se stessi, riflessione che forse la Biles ha fatto poche volte così immersa nel vortice di competizioni, attese e risultati. Altri risultati, migliori, altri trionfi. Poi è arrivato il buio e allora ha contato solo l’affetto: “I messaggi mi hanno fatto capire di essere qualcosa di più degli ori che ho vinto, cosa che non avrei mai immaginato prima”. C’è tutta l’ingenuità del mondo in queste parole, ma anche la sorpresa e la convinzion che dietro l’atleta migliore del secolo, le copertine e gli allori, non c’è che un passerotto debole.

Non è la prima volta che succede, Simone, e non sarà l’ultima. Nadia Comeneci, la prima ginnasta nella storia dei Giochi olimpici a ricevere il massimo punteggio ottenibile alle parallele asimmetriche – era il lontano 18 luglio del 1976 e i giudici lottavano con i tabelloni perché volevano darle un 10 che però non era tarato elettronicamente, si poteva arrivare solo al 9,90: nessuno aveva previsto una perfezione simile – ha vissuto, sotto il regime comunista rumeno, una vita da incubo. La star, la migliore atleta del mondo, ha dovuto subire tutte le angherie del regime, prima della fuga, tra cui quella di andare a letto forzatamente con il figlio del dittatore Ceausescu.

Ma questo è niente rispetto al lavaggio del cervello sul suo corpo che gli fecero gli allenatori, anabolizanti inclusi: il tuo corpo, Nadia, le dissero, non deve essere nè maschile nè femminile, ma solo funzionale al Socialismo. Lavorarono per questo. Oggi la Comaneci è negli Stati Uniti, sposata e immaginiamo felice. Ma è proprio il corpo, destinato alla perfezione e creato invece per sbagliare, che si è ribellato a lei e a Simone. Povere ragazze fragili. Si salverà anche la Biles, ma il suo sarà un cammino di recupero e sofferenze come succede ai comuni mortali.

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
On Key

Related Posts