Fatta la Giunta, vice di Sclavi sarà Alessia Pupo (ricordando papà Ermanno). Probabile presidenza del Consiglio ad Alessandro Massi

(articolo di Maurizio Verdenelli) – E lo ricordo ancora. Oltre vent’anni fa, in quella sala anconetana strapiena intorno al potente vice del nuovo ministro Tremonti. Il suo sorriso, ironico e bellissimo, scintillò nella marea sorpresa e scandalizzata di chi credeva ad una provocazione. Il telefonino dell’inviato del ‘Messaggero’ (chi scrive) che a sorpresa aveva eruttato le prime note de ‘La stangata’, il film dei 6 Oscar con Robert Redford e Paul Newman.

Mauro Sclavi, nuovo Sindaco di Tolentino, in piazza Nicola Vaccaj davanti al Teatro (durante la no stop progettata dalla Compagnia della Rancia). Con lui l’autore Luciano Carletti (foto di Genesio Medori)

Sorrise, il dottor Ermanno Pupo che qualche tempo prima aveva esortato i suoi compagni di viaggio, l’eterno viaggio della speranza verso Roma, a ‘girare l’auto e a ritornarsene a casa’. Prevedendo l’eterna stangata del Palazzo verso le legittime, eppure sempre disattese, aspettative maceratesi. Tutto però finalmente era cambiato: al tavolo quel giorno in Confindustria ad Ancona c’era il nuovo viceministro al Mef, Mario Baldassarri, ‘padre’ come il direttore Pupo e l’industriale Gennaro Pieralisi della ‘Quadrilatero’. E dunque della superstrada Civitanova Marche-Foligno, la prima infrastruttura varia degna di questo nome da Garibaldi in poi, in territorio umbro-marchigiano.

“Papà sta sorridendo” mi dice Alessia Pupo, avvocato, figlia di Ermanno, commentando icasticamente la ‘stangata’ elettorale più imprevedibile della notte dei ballottaggi. Il Terzo Polo dal 32% del primo turno al 58%, la favorita Silvia Luconi  dal 42.9% al 41%. Una ‘Filippi’ drammatica ed inattesa per la vice di Giuseppe Pezzanesi, 10 anni da sindaco ed una carriera da supervotato sin dal 2009 nella coalizione a guida Franco Capponi in Provincia eversore dell’uscente e fino ad allora invitto Giulio Silenzi.

La vicesindaco avv. Alessia Pupo nel foyer del Tatro Vaccaj con la performer Ilenia Porfiri e il giornalista Maurizio Verdenelli (foto Medori)

Un finale di partita che neppure Mauro Sclavi avrebbe potuto immaginare per una delle sue fortunate pieces teatrali in lingua marchigiana. Ora c’è lui, coordinatore del 118 e docente alla Politecnica delle Marche, al vertice dell’Olimpo tolentinate. “L’arroganza non paga. Si volta pagina” la dichiarazione ‘a caldo’ di Sclavi, già presidente del consiglio comunale.

Carica che, secondo i rumors, dovrebbe andare all’ex assessore Alessandro Massi, figlio di Francesco e nipote di Roberto. Che una volta mi fece ammirare il bastone azzurro ‘allarmato’ che Giuseppe Garibaldi a capodanno 1848  donò alla nobile famiglia di cui era quella notte, ospite. I Massi Gentiloni Silvery conservano peraltro un altro prestigioso dono: il ventaglio di piume di struzzo di papa Mastai Ferretti post restaurazione, che la contessa utilizzava – si dice – con molta parsimonia muovendo il capo anzichè il prezioso omaggio del Santo Padre.

Nella nuova giunta ci saranno dunque  Diego Aloisi, Flavia Giombetti, Fabiano Gobbi, Elena Lucaroni. Per le deleghe occorre aspettare giovedì, il primo consiglio comunale. Convocato en plein air, in piazza della Libertà.

Per Alessia, Signora di preferenze, non ci sarà bisogno di attendere il giorno 14. Per ‘la Pasionaria’ e’ già pronto il posto di vice Sclavi. Era largamente previsto, anche da chi scrive. “Come ha fatto a sapere in anticipo della mia candidatura in Regione (sarebbe stato poi eletto ndr)?” mi chiese il dottor Pupo mentre facevamo la fila assieme all’ufficio Pt di Macerata. Sorrise. Una sorpresa, per me.

Ermanno Pupo

Tutto ci divideva: ‘Il Messaggero’ per vendere in edicola, doveva coprire un ruolo di critica più accentuato. No, non tutto a pensarci bene, anzi: ‘restavano’ il rispetto e la stima per un leader vero seppur riservatissimo. Poi alla fine, da parte mia, ci fu affetto per un uomo che ha amato così tanto le Marche neglette dal Palazzo. Chiudendo la propria Giornata terrena con la certezza d’aver svolto con successo il compito alto che s’era imposto nonostante le ineluttabili (fino ad allora) ‘stangate’ romane.

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