Valeriano Trubbiani ritrova la sua Città

(articolo di Maurizio Verdenelli) – Valeriano, il ragazzo di Villa Potenza, ritorna a Macerata. L’allievo dello scultore ‘del marmo’ De Angelis, varca quei pesanti Cancelli di ghisa entro i quali (scrisse) si sentiva la notte ‘piu’ sicuro’. Torna nella sua città, Trubbiani, dove aveva impiegato 15 minuti appena (cito le sue parole) per dire no alla direzione dell’Accademia di Belle Arti propostagli dal ministro.

Poi l’esilio laborioso nella villetta sul colle dirimpetto Ancona insieme con la moglie Paola, i figli Massimiliano e Domiziana fino alla morte nell’agosto del 2020. Il buen retiro (“lavoro e vedo film in vhs”) del quale un giorno fu ospite Federico Fellini per cui ‘dipinse’ ‘E la nave va’. Di cui resta oltre al film la monumentale memoria in piazza Pertini, ad Ancona (cfr il gruppo scultoreo della famiglia di rinoceronti: Mater Amabilis).

Gia’, Federico! il regista che dopo Pasolini aveva lanciato l’altro grande maceratese, Dante, amicissimo di Valeriano. Fu proprio Ferretti a segnalare Trubbiani a Fellini che dedicò a Valeriano un memorabile ritratto al termine della propria ‘ispezione’ in quella prodigiosa, unica officina artistica di Candia dove quella fiamma talentuosa arde ancora. Dove il martello batte incessante sull’incudine, dove il mezzo sigaro è mai spento.

Dicevamo: un ritorno difficile a Macerata, da sempre Nazareth italiana per i suoi figli più illustri. Basta… chiedere a padre Matteo Ricci al quale solo il mese scorso dopo 470 anni è stata rilasciata la ‘patente’ di venerabilità. Un rientro difficile eppure paradossalmente ricco di prospettive proprio per quello. Se infatti pare non sia stato trovato al momento l’accordo per individuare uno spazio on air (sagrato ex San Paolo? davanti BMB o musei Buonaccorsi? e via elencando) da dedicare al grande scultore la cui famiglia è disposta a donare un’opera, ecco che si apre la possibilità di celebrare insieme i due Ragazzi Terribili Maceratesi famosi nel mondo. Mediante uno dei contenitori vuoti – leggi palazzi storici – della fu Macerata granne. Un progetto by Comune e Regione cui far aderire Unimc ed Abamc. E possibilmente Unione Europea, senza i cui soldi non ci sarebbe la nuova Cattedrale di San Giovanni.

Intanto a muoversi perchè sia reso doveroso omaggio a Trubbiani si sono pubblicamente mossi il critico Alvaro Valentini e il (co)biografo David Miliozzi, insegnante e consigliere comunale. Non uno spazio undergroung per Valeriano, non un sottopasso ma un’area di prestigio ed en plein air, dichiarano all’unisono Alvaro e David.

Trubbiani in realtà è legato non solo a Macerata, ma soprattutto a Villa Potenza (nel teatro romano trovò da ragazzo un tesoro di monete antiche per cui fu nominato ispettore ad honorem dalla Soprintendenza). Legato anche per vie parentali a Recanati. Se Macerata gli dedicò un’antologica di Palazzo Ricci, Recanati gli riservò la coreografia con le poderose installazioni che incorniciò le celebrazioni leopardiane. Che  videro il Presidente della Repubblica, Cossiga per i buoni auspici di Franco Foschi.

Da allora sono passati circa 35 anni, ma l’eco di quegli eventi non si e’ spenta. Forse la memoria vacilla e Macerata non è piu’ la stessa? O forse sì? Quella di cui Valeriano, in redazione al Messaggero, mi parlava reduce da una delle tante accoglienze che il Palazzo gli riservava: “Sono naturalmente soddisfatto, ma sento ogni volta dentro di me come una voce sottile che dice: non tardare il ritorno a Candia”.

Destino forse comune dei Grandi Maceratesi esuli, macerati dalla nostalgia e da un amore filiale verso la Città che temevano non fosse completamente condiviso e ricambiato. (In copertina: Fabriano 2006, Oratorio della Carita’. Valeriano Trubbiani, Dante Ferretti e il giornalista Maurizio Verdenelli al decennale del Premio Gentile da Fabriano, organizzato da Galliano Crinella nel nome di Carlo Bo)

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