Riccardo Ruggeri: “Fondamentale recuperare e valorizzare la Città Alta”

Intervista a Riccardo Ruggeri. Dagli anni ’80 lavora nel visual design e nella comunicazione creando l’immagine grafica di varie aziende e di molti eventi culturali. Unendo questa esperienza a quella del disegno e della pittura, si è avvicinato più recentemente al mondo dell’arte, sviluppando un’ampia ricerca grafica sull’espressività del segno e del colore.

Qual è, allo stato attuale delle cose, la sua opinione su Civitanova?

Esprimerne una non è facile. Credo sia una città complessa, dove convivono molte realtà sociali, etnie di ogni tipo; ci sarebbe da parlarne a lungo, ma cercherò di essere sintetico. Ci tengo a sottolineare che la mia, non è l’opinione di un esperto, ma di un comune cittadino che però si batte da tempo ed ha a cuore il futuro di questo luogo. Credo che, dopo la devastazione della seconda guerra mondiale, l’arretramento del mare e il disordine di una ricostruzione frenetica, quell’identità di città marinara sia molto indebolita, con conseguenze che, a livello urbanistico, hanno creato un forte disorientamento. A mio parere sarebbe necessario e fondamentale un nuovo e approfondito progetto urbano, condiviso da tutti, che coinvolga l’intero territorio di Civitanova, Città Alta compresa, che tenga conto dei cambiamenti degli ultimi decenni, per restituire ai quartieri valore, bellezza e vivibilità. Un progetto da sviluppare gradualmente, in base alle disponibilità economiche, ma da rispettare costantemente nel tempo, privilegiando il bene comune.

Qual è stato, nel corso degli anni, l’errore maggiore a suo giudizio?

Forse quello di prendere decisioni affrettate, dettate dalle emergenze, senza rispettare appunto il corso di un progetto. Ricordo cinque anni fa, con quale disinvoltura si decise di abbattere l’arco dell’ex fiera, struttura architettonica unica e significativa per Civitanova (dietro a questa scelta c’erano anche architetti!). Per fortuna la sensibilità collettiva e il nostro impegno, hanno contribuito a far si che questo non avvenisse. Altro imperdonabile errore delle precedenti amministrazioni, è stato quello di non donare alla città, lasciando che fosse venduto ad un privato, un gioiello architettonico, un monumento, esempio di rara bellezza dello stile Liberty, mi riferisco alla Villa Conti, che con il suo splendido parco avrebbe unito idealmente e fisicamente la città di mare con il borgo medievale, offrendo uno spazio unico, fruibile da tutti, per ogni tipo di manifestazioni culturali, del resto già sperimentate in passato, chi non ricorda il concerto di Patty Smith…

Cosa ci sarebbe da valorizzare ancora di più?

Mi piacerebbe, a questo punto, doverosamente, porre l’attenzione su Civitanova Alta, il “centro storico” a cui sono molto legato, non solo perché ci sono nato. Ci tengo a parlarne perché la situazione ha bisogno di soluzioni tempestive. Come la maggior parte dei paesi dell’entroterra, pur trovandosi a due passi dal mare, ha subìto lo svuotamento di tutto: attività artigianali, commerciali, uffici, scuole ma, mentre in molti centri prevale l’orgoglio e la volontà dei cittadini di curare almeno l’aspetto e la vitalità dei loro paesi, a Civitanova Alta si respira invece quasi un’aria di abbandono: il monumentale Palazzo Ducale, enorme spazio dalle infinite possibilità, è in totale degrado da più di vent’anni  e dev’essere ristrutturato al più presto, la principale piazza del paese, sottostante ad esso, perennemente adibita a parcheggio, non deve soffocare ogni occasione di socialità. 

Quali invece gli aspetti positivi? 

Senz’altro la Pinacoteca Marco Moretti, il Magma, museo del manifesto e della grafica recentemente istituito, la storica Galleria Centofiorini, il Teatro Annibal Caro, la spettacolare chiesa di San Francesco adibita a spazio per la cultura, uno straordinario Museo del Trotto, unico in Italia, momentaneamente chiuso, che potrebbe diventare una forte attrazione se adeguatamente collocato e valorizzato. Trovo inoltre impareggiabile il piacere che si prova semplicemente passeggiando per i vicoli e scoprire percorsi sempre diversi. Come si fa però a vivere questi luoghi se si è continuamente tormentati da motori accesi e dal viavai di automobili dall’alba fino a tarda notte, parcheggiate ovunque, persino nei vicoli. Per far rinascere il paese, basterebbe cominciare con l’individuazione di un parcheggio fuori dalle mura, facilmente raggiungibile e protetto, rendere più accessibili quelli già esistenti, dare la possibilità di entrare con l’auto a chi ne ha veramente necessità, consentire il transito e la sosta per la spesa. Poi quattro passi a piedi fanno bene alla salute di tutti e alla qualità della vita! 

Quali sono le soluzioni possibili?

Voglio invitare le istituzioni a riflettere per accorgersi della ricchezza e dei benefici da cui l’intera città potrebbe trarre vantaggio con il recupero e la valorizzazione della Città Alta: Civitanova sarebbe più completa e attraente a livello culturale, storico e artistico, offrendo bellezza e modernità al tempo stesso, e avrebbe le carte in regola per destare l’interesse di un pubblico assai più vasto ed eterogeneo.   

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