La Storia ciclica e il gran cuore di Civitanova (che non dimentica)

Il 6 settembre del 1939 i battaglioni della Wermacht entrarono a Skawina. Prima di lasciare per sempre la Polonia, nel ’45, i tedeschi sterminarono gli ebrei della città. Tutti. Chi è stato meno fortunato non è morto subito ma è stato ucciso dopo una lenta e disumana agonia nei vicini campi di concentramento di Belzec e Plaszow. Oggi gli eredi di quella gente massacrata senza motivo, sta aiutando un altro popolo che sta vivendo l’orrore della guerra: i profughi ucraini arrivano a Skawina e sono accolti come fratelli.

La Storia è ciclica e criminali con o senza nome potranno sì continuare a uccidere ma non fermare – neanche questa volta, non ci riusciranno neanche in queste ore – la solidarietà umana e la bontà insita nei cuori. Nel 1944 le truppe polacche liberavano Civitanova dall’oppressione tedesca. Fu una grande festa quella del giugno del ’19 quando si celebrarono i 75 anni della Liberazione, invitando gli amici appunto di Skawina, a cui la città è gemellata. Tutto si ripete. Anche il bene. Oggi è la volta di Civitanova mettersi a disposizione di quel patto fraterno che firmò 17 anni fa ed eventualmente rendere quegli aiuti.

E’ stato un gran gesto quello del sindaco, Fabrizio Ciarpaica, ricordarsi dell’amico Norbert Rzepisko, primo cittadino di Skawina, e mettere in moto quella macchina della solidarietà che sconfiggerà anche le brutture della guerra. “La Polonia, con molto spirito di fratellanza, spiccato senso dell’accoglienza, grande sentimento di umanità e collaborazione, sta dando ospitalità a gran parte dei civili in fuga da quella guerra”. E la città si mette a disposizione (“dimmi se in qualche modo possiamo esservi di concreto aiuto”) ricordando che è stata già attivato, in collaborazione con le associazioni cittadine, un Punto di contatto per aiutare, materialmente, i profughi ucraini.

Di residenti di quel Paese Civitanova ne ha già, con orgoglio di averli, circa trecento. In molti privati, come conferma il sindaco, hanno già dato la loro disponibilità. Il grande cuore di Civitanova restituisce ciò che un giorno lontano gli è stato donato. 

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