Le ultime ore di Mariupol

L’agonia della città martire di questo conflitto senza vincitori nè vinti, e quindi ancora più assurdo, è quasi terminata, anche se gli ucraini continuano a resistere eroicamente in alcuni edifici della città. Mariupol cadrà a breve nelle mani dei russi, dopo essere stata distrutta completamente, come successe a Grozny in Cecenia. E’ lo stile di Putin, ora e allora, e Mariupol gli serve come il pane per portare a casa un qualsiasi risultato, benchè molto diverso da quello che si erano immaginati lui e i suoi generali all’inizio del conflitto.

Non conquisterà Kiev e l’Ucraina, almeno non nell’immediato, ma avrà uno sbocco sul mare in modo da creare un cuscinetto con il Donbass che presuntamente “proteggerà” la Russia dagli attacchi “nemici”. Il presidente ucraino Zelensky, in un’intervista alla Cnn, ha rimarcato “la situazione disumana” in cui si trova la città: “La Russia sta deliberatamente cercando di distruggere tutti coloro che sono lì”. Pensa che o “immediatamente” i partners militari forniranno armi degne” o la situazione possa essere risolta da “un percorso negoziale” vero. Ma non sarà così.

A Mariupol l’orrore ha toccato le sue vette. Sotto assedio da oltre un mese, senza cibo nè acqua, i civili vittime di atrocità, rischia ora di essere cancellata dalla mappe. I russi hanno messo un timing alle loro operazioni di conquista della città (sarebbe la prima città a cadere interamente in mano a loro), terminato il quale “saranno tutti eliminati”, compreso chi resiste ancora, come nell’acciaieria Azovstal, ultimo baluardo. Putin non aspetterà molto: o si arrendono nelle prossime ore o userà bombe Fab-300 a alto potenziale.

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