L’Arte è di chi la pensa o di chi la realizza? Finisce in tribunale a Parigi lo scontro epocale tra Cattelan e il suo scultore

Chi è Daniel Druet? Un perfetto sconosciuto fino a pochi mesi fa quando, con uno scatto d’orgoglio, ha deciso di esistere. Il francese è l’autore materiale delle opere dell’artista italiano, universalmente noto, Maurizio Cattelan. Ha chiesto cinque milioni di dollari (circa 4,7 milioni di euro) per essere stato ignorato, nei cataloghi come nelle citazioni, dal “socio” più famoso.

Insomma, Druet non è mai esistito nel grande circo dell’Arte. La sua ribellione si appella all proprietà intellettuale dell’opera: lui ha realizzato le opere miliardarie di Cattelan, ma chi ne è il vero autore? Il processo presso la Corte parigina è cominciato questa mattina e la sentenza è prevista l’8 luglio. Ciò che decideranno i giudici, su quel rapporto tra lo scultore e Cattelan durato sette anni, chiarirà anche al pubblico, in termini non solo legali, i confini di ciò che ammiriamo e veneriamo come Arte. E’ il pensiero che conta o come lo si realizza?

Druet ha assicurato che Cattelan per realizzare le sue opere in cera non faceva altro che inviare un fax di dieci righe e spettava a lui interpretare l’idea dell’artista. Così sono nate le sculture di Hitler inginocchiato (all’asta è stato venduto per 17 milioni di euro) o del Papa colpito dal meteorite, note ad appasionati e non.

Non c’è da sconmodare le teorie di Walter Benjamin su “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”. In questo caso c’è, sottolinea Druet, un lavoro artigianale, e psicologico aggiunge, di assoluto livello. Ma, come ribatte l’avvocato di Cattelan: “Senza Maurizio le opere non esisterebbero, senza Druet esisterebbero eccome e sarebbero uguali”. Ai giudici l’ardua sentenza.

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