La Paglialunga accusa Ciarapica. E lui nega di aver violato la par condicio

Di Corecom e AGCOM ci si ricorda solo prima del voto. Certo è che l’intervento delle autorità garanti della comunicazione nel periodo elettorale non può essere “invocato” come succede in questi giorni a Civitanova. La candidata della sinistra, Mirella Paglialunga, si è “appellata” a loro per presunte violazioni della par condicio elettorale da parte dell’attuale sindaco Fabrizio Ciarapica. Cosa ha fatto il primo cittadino? Ha comunicato dal suo profilo personale di Facebook quello che sta facendo nel suo ruolo di amministratore: incontri pubblici, inaugurazioni etc.

La legge 150/2000, a cui la Paglialunga fa riferimento, è stata fatta per evitare che la comunicazione istituzionale possa trasformarsi in un illecito vantaggio politico ed evitare che siano impiegate risorse pubbliche a tal scopo. Ha un senso chiaro: mettere tutti i candidati sullo stesso piano. Recenti sentenze hanno stabilito che si possono “illustrare le attività delle istituzioni” ma non si possono dare “indicazioni di voto”. E tutto questo se a farlo è la macchina della comunicazione istituzionale che ogni Comune ha.

Se, per fare un esempio concreto, il sindaco sale sul Palco al concerto di domani in piazza e chiede al pubblico il voto, cade nella violazione della legge. Se presenta l’evento, senza “comizi” di alcun genere o elettorali, può farlo nelle vesti di primo cittadino.

Ma se il sindaco scrive sul suo profilo personale, poco c’è da aggiungere: può farlo se non si “sbilancia”. Nei post che la Paglialunga offre alla stampa come prova della presunta violazione, Ciarapica si limita a dare date dei concerti o far sapere che la Giunta ha approvato il differimento del Canone di occupazione del suolo pubblico. E’ informazione o, per dirla meglio, normale amministrazione. Non utilizza canali pubblici.

Non può far altro, perchè la legge glielo vieta, sebbene il “vantaggio elettorale” di cui lo “accusano” si risolverebbe paradossalmente alla fine in un vantaggio dei “competitors” che possono lanciare i propri messaggi elettorali mentre il sindaco, anche come candidato, è costretto al silenzio.

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