“E’ fortissimo!”. Quella volta che Piero (Ciarapica) scoprì il talento di Fabrizio (Castori)

(articolo di Maurizio Verdenelli) – “E’ un grande! Fabrizio è fortissimo!” mi soffiava al telefono ogni volta Piero Ciarapica, il ‘mio’ corrispondente da Tolentino. Giustamente, Piero, storicizzato dalla città che gli ha dedicato una piazza nel ricordo unicamente della sua qualità di maestro elementare – a riprova ulteriore che i giornalisti sono da sempre posti in non cale dalle pubbliche istituzioni. 

‘Fabrizio chi?’ gli rispondevo, falsamente gnorri, nel tentativo di smontarlo e non togliere spazio, con l’ennesima intervista all’allenatore delle Giovanili cremisi, alla non ampia cronaca provinciale del ‘Messaggero’ che dirigevo. Ma c’era poco da fare. L’estate scorsa, alle Terme di Tolentino, per il centenario dell’Us Tolentino (si presentava il bel libro celebrativo di Enzo Calcaterra: ‘Soprattutto Volontà’) Fabrizio Castori si è quasi commosso ricordando Piero, il cronista che quarant’anni prima l’aveva ‘scoperto’ ed in pratica lanciato dalle pagine sportive marchigiane del quotidiano romano.

Un grande allenatore ‘fatto in casa’. Tolentinate per amore, ma sempre fortemente  sanseverinate nell’anima. E per il Grifo perugino legato alla terra maceratese per contiguità, fraterne sfide e proficui scambi (su tutti: Turchetto-Dugini, Malizia, Pagliari-Morbiducci, Melchiorri) è ora senz’altro d’ottimo auspicio che l’ufficializzazione di Castori allenatore sia avvenuta oggi, festa del venerato patrono settempedano San Severino – di cui si conserva una splendida statua d’argento nel museo cittadino che degli artisti del ‘300/’400 umbri conserva preziose testimonianze. Non era forse, a cominciare dalle frequentazioni di San Francesco che del luogo conservava un giubbetto di lana di pecora, S.Severino per gli umbri una destinazione fissa per religione, arte e commercio?

Ed ora con Castori per il calcio, strada già aperta dal bomber Cristian Bucchi (ex Settempeda). E Tolentino? Forti legami con Perugia: tanti i giovani che hanno lasciato il capoluogo regionale per lavorare nelle fabbriche nate all’ombra del ‘genio’ Nazareno Gabrielli. A Perugia, Castori ritroverà poi un amico carissimo, un sarnanese illustre: il prof. Auro Caraffa, primario d’Ortopedia al Policlinico, già allievo prediletto del prof. Cerulli.

Ed esattamente un anno fa alle Terme di Tolentino, come si diceva, un’indimenticabile doppia celebrazione: centenario e Castori, il moderno messia del calcio tolentinate. Appena reduce dal trionfo della Salernitana in serie A. E pensare che in terra campana era stato chiamato con ben altro obiettivo. Invece lui, Fabrizio da San Severino Marche, dopo Carpi aveva ripetuto un altro ‘miracolo’ all’interno del rosario delle laiche Beatitudini calcistiche che questo immenso, allenatore dal tratto modesto, ha saputo realizzare. Solo lui ha vinto tutti i campionati di categoria (eccetto la Seconda) della Figc. Fino alla massima serie.

‘Allenerà in A!’ mi vaticinava al telefono Piero, cercando di convincere il santommaso ch’era in me, a concedere 30 righe in cronaca a mister Fabrizio. A Tolentino, il 5 giugno 2021, Castori sapeva che a Salerno l’attendeva come Tom Cruise una ‘mission impossible’. Al microfono del collega di Sky, Roberto Tallei, il figlio rivelò’: “Mio padre ha un pensiero dominante: il calcio. Praticamente la sua giornata è dedicata al mestiere. E quando non è al campo, la mente di mio padre è rivolta alla teoria. Difficile lavorare con lui, impossibile non amarlo”.

Un bocca al lupo, allora mister nella terra dove i ‘lupi’ sono santi e dove i ‘miracoli’ sono stati di casa (con Serse Cosmi da Ponte Felcino).

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