ITL Group è lo studio di consulenza leader per le aziende italiane in Ungheria. Fondato da Alessandro Farina, dal 1995 ha assistito con passione e professionalità più di 500 aziende nelle loro richieste quotidiane in Ungheria, sostenendo lo sviluppo delle loro attività e consigliandole sul mercato locale. Con un team di 75 professionisti, ITL Group si è recentemente qualificato tra i primi 10 studi professionali più importanti del paese. Per promuovere la filosofia del “business for good” e diffondere i valori di etica, sostenibilitá e creativitá, ITL Group ha creato Atlas World, la comunità dei business heroes, leader per il cambiamento.
Alessandro, in qualità di fondatore e amministratore di ITL Group, quale crede sia stata l’evoluzione dell’Ungheria nell’ultimo decennio?
Nell’ultimo decennio l’attenzione verso il Paese è cambiata. Sono cambiati i tipi di investitori nel paese, si è passati dal puntare a vantaggi derivanti da fattori economici (come il costo dell’occupazione e il costo contenuto di produzione), ad un Ungheria completamente diversa che può contare su una forte spinta interna, degli investimenti esteri sviluppatisi fino ad oggi (raddoppi continui di stabilimenti e nuovi investimenti da parte di tantissime aziende) basata su tecnologia, valore aggiunto, sviluppo interno. Quella ungherese è un’economia matura, tesa verso un futuro diverso. Vi è un continuo afflusso di nuovi operatori esteri che scelgono una economia moderna, basandosi su altissima tecnologia e minore impatto delle risorse umane, oggi per altro una risorsa preziosa e scarsa.
Cosa ci unisce, come Italiani, al popolo ungherese?
L’Ungheria dei primi anni ’90 era molto diversa da quella dei giorni nostri. Alcune delle caratteristiche che fanno dell’Ungheria di oggi una terra di investimenti non erano ancora nemmeno in progetto. A quel tempo, nel paese ancora dominata dalla Trabant e dai vestiti di viscosa verde pisello o melanzana; era normale bere un caffè cattivo con una zolletta di zucchero, impossibile da sciogliere, e una palinka, simile alla nostra grappa, alle 9 del mattino.
L’Ungheria di oggi è ben diversa da 30 anni fa. Passeggiando per il centro, si possono trovare le stesse vetrine delle vie dello shopping di qualunque cittá italiana; gli eventi business e le attrazioni culturali sono al livello delle capitali europee: ristoranti di qualità di cucine internazionali dalla Giordania al Giappone, dalle tapas spagnole alla pizza italiana che ovviamente non può mancare!
Le famiglie ungheresi passano l’estate nella casa al lago, le serate si passano su Netflix o nei numerosi pub, sempre piú giovani approfittano dei voli delle low cost Ryanair e Wizzair per visitare tutto il mondo! Moltissimi studenti Erasmus e tirocinanti decidono poi di fermarsi a Budapest, invogliati dall’ottimo livello di conoscenza della lingua inglese e dalle grandi aziende e multinazionali.
Quali potrebbero essere le nuove prospettive di collaborazione nel Paese in cui vive? Quali consigli dare alle aziende italiane che si affacciano nel mercato ungherese?
L’Ungheria ha un mercato piccolo ma fortemente dinamico, soggetto dunque a cambiamenti repentini. Per essere letto deve essere seguito costantemente e affrontato con grande serietà, avendo in mente un’organizzazione moderna e adeguata al business model che si vuole sviluppare.
Ricorderei che l’Ungheria vede ogni anno enormi investimenti provenienti da tutti i continenti con una fortissima presenza tedesca ed asiatica e che quindi l’eventuale investimento italiano è in concorrenza con il resto del mondo! Da questo si capisce che vadano considerati con attenzione tutti i fattori dello scenario.
L’importanza di un lavoro come il suo si riflette anche nella rete di contatti istituzionali e non che ha creato. In Ungheria la burocrazia rallenta i processi di inserimento?
L’Ungheria ha il vantaggio -e allo stesso tempo lo svantaggio- di essere un piccolo paese. È possibile costruire rapidamente una rete di relazioni, arrivando con facilità nei settori necessari, perché tutti conoscono tutti. Come in tutto il mondo la burocrazia è complessa, ma lineare, per tanto si può seguire con chiarezza e in tempi piuttosto soddisfacenti. Infatti, in termini di tempi e di realizzazione degli investimenti e dialogo con le pubbliche amministrazioni, la nostra esperienza è positiva. Non manca una certa rigiditá nell’interpretazione delle norme e nelle persone con cui ci si interfaccia. In quanto paese dell’Unione Europea, chiaramente recepisce i regolamenti noti ai paesi dell’area.
Quali sono i settori in cui è più semplice investire? Per esempio, l’enogastronomia (apertura di ristoranti o delicatessen) ha ancora un senso?
Le attività meglio accolte sono quelle capaci di portare un valore aggiunto, come le attività produttive con un supporto tecnologico. Tuttavia hanno ancora ampio spazio anche attività commerciali o rivolte al mondo dei servizi e del turismo. Quando parliamo di enogastronomia, vi è un proliferare di nuove attività. Tuttavia abbiamo anche visto come solo gli esperti del settore sono poi riusciti a sviluppare le loro iniziative con successo. In questo mercato molto concorrenziale, le strutture più deboli sono messe a dura prova dalla precedente grande crisi economica, il covid e la guerra.
Crede che realtà come ITL Group possano essere buone guide anche per un inserimento di compagnie ungheresi nel nostro mercato italiano?
Noi non siamo esperti né di mercato né di normative italiane; possiamo invece avere un ruolo importante come intermediari culturali. Conoscendo i business mindset di entrambi i paesi, possiamo favorire le iniziative nella fase di accompagnamento all’ingresso del mercato italiano.
Ci racconti qualcosa di personale: perché Budapest e l’Ungheria?
Sono nato a Verona. Nel 1992, – inizia a raccontare Farina – appena conclusi con successo gli studi in economia e commercio, decisi di provare la mia prima esperienza all’estero. Francamente, non conoscevo il mondo, per non parlare dell’Ungheria. In quel periodo la mancanza di internet non facilitava la ricerca di contatti in altri paesi, quindi affidai questo compito a conoscenti di mio padre. Nel giro di poche settimane ho colto l’opportunità di uno Stage in una società di consulenza inglese con sede a Budapest. Fu quello il motivo che mi portò a prendere il primo treno per i paesi dell’Est , e da lì ebbe inizio la mia avventura.
Il mio viaggio è iniziato quindi da giovane, senza un capitale iniziale né esperienza, ma con una gran voglia di fare, proponendomi al mercato come trader di servizi. Da sempre ho impostato il mio lavoro sull’affidabilità e la trasparenza con la Clientela, lavorando inizialmente solo con un’altro dipendente ungherese, indispensabile per la lingua.
Vivendo in Ungheria in quel periodo, mi sono accorto che dopo l’apertura dei mercati dei paesi est europei c’era un grande flusso di investimenti esteri, e si era creato un bisogno di servizi che agevolassero questi investimenti.
In altri termini, c’era bisogno di un centro servizi affidabile e serio. Dopo un periodo di due anni di lavoro in una società inglese, ho scelto di mettermi in gioco da solo e tentare la fortuna, fondando ITL Group nel 1995.
Dopo una partenza complicata, l’azienda è cresciuta anno dopo anno. Ad oggi, ITL Group conta su 9 diverse divisioni che vanno dall’Audit, all’Accounting, al Legal.
È stata una grande soddisfazione partire da zero e raggiungere risultati che ci hanno portato ad essere una delle migliori aziende per servizi in Ungheria.