“Mario fu ucciso”. La giustizia italiana (che archivia il caso) accusa quella spagnola sul caso Biondo

Era pressochè inevitabile che il caso Biondo mettesse la giustizia italiana contro quella spagnola, accusata di indagini frettolose e addirittura di voler coprire il caso. Il Giudice delle indagini preliminari di Palermo, Nicola Aiello, con queste accuse ha di fatto chiuso la vicenda: archiviazione in Italia (impossibile trovare un colpevole, a distanza di così tanto tempo) e difficile che ora in Spagna riaprano il caso. I genitori, che hanno lottato tutti questi anni contro l’ipotesi del suicidio, sono soddisfatti delle motivazioni del giudice: “Alla fine abbiamo dato dignità a Mario. Mio figlio non si è ucciso, non ha fatto uso di droga né è morto durante un gioco erotico”. 

A nulla varranno la lotta accanita dei suoi genitori durata otto anni, da quel tragico 30 maggio del 2013 in cui l’operatore televisivo italiano fu trovato morto impiccato a una scaffalatura a Madrid in calle Magdalena, e il parere di esperti e criminologi che mai sono stati convinti dalla tesi del suicidio. I segni evidenti di violenza nella casa, un giovane alto e robusto come lui appeso a una piccola pashmina a una altezza minore della sua statura, le evidenti contaminazioni dell’ambiente in cui si è consumato il dramma e cioè la casa in cui viveva con Raquel, tutto rimarrà in carte polverose. Troppi errori e poca volontà di sapere la verità. 

Raquel Sánchez Silva, la presentatrice tv che sposò il suo cameramen, non ha mai avuto dubbi che di suicidio si trattasse, adducendo che droghe e depressione lo avrebbero portato all’insano gesto. Ma i genitori di Biondo in tutti questi anni hanno sostenuto sempre la tesi dell’omicidio: i segni sul collo, la posizione innaturale, i depistaggi, la fretta degli inquirenti di chiudere il caso. E Mario sembra che dalle droghe ne fosse uscito. Tra Raquel e loro si arriverà presto alle carte legali perchè più volte i genitori di Mario hanno puntato il dito contro lei: “nasconde qualcosa”. 

Nei “salotti” televisivi hanno dichiarato chiaramente: “Quando la polizia italiana cercò di far luce sul computer di Mario, scoprirono che in Google c’erano varie ricerche su un presunto film porno girata da Raquel”. Qualcosa che Mario non doveva sapere, questo il movente secondo loro, e perchè poi rifiutare, si chiedono, di riaprire il caso come ha fatto Raquel cinque anni fa? Ovviamente mai nessuno ha sospettato di lei, non ci sono passaggi della vicenda che possano accostare la morte del marito alla Sánchez Silva e quindi Raquel esce pulita da questa storia. 

Alcuni criminologi sostengono che il suicidio era impossibile. Dicono che è più probabile che Biondo sia stato sorpreso in casa e strangolato con i cavi del televisore per poi organizzare la messa in scena che conoscono tutti. E un altro mistero irrisolto ci porteremo dietro negli anni: sembra che esperti di telefonia abbiano scoperto che le connessioni a internet, nell’orario presunto della morte di Mario, siano state fatte dalla wifi di casa, quindi conoscendone le chiavi di accesso, qualcuno che conosceva quell’ambiente dunque.

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