(articolo di Maurizio Petrocchi) – Gli anni della pandemia sono stati terribili perchè hanno colpito indistintamente chiunque e qualsiasi categoria economica e sociale. Persino il terrorismo è stato una vittima ma non è scomparso, è carsico e si sta riorganizzando. DAESH, nonostante abbia perso il suo leader storico Al Baghdadi e sia arrivato al collasso territoriale, si sta riorganizzando. Tre sono le principali direttrici strategiche su cui sta indirizzando la sua strategia:  

  • Rivitalizzare l’attività insorgente in Iraq e Siria; 
  • Decentralizzare a favore delle articolazioni regionali, 
  • Rilanciare il conflitto asimmetrico in crisi d’area e teatri di jihad.

Anche se debole l’Islamic State è parso ancora capace di muovere i propri combattenti nel “Siraq” grazie soprattutto alla porosità delle frontiere. Si è dimostrato capace di sostenere economicamente le azioni dei ribelli e di essere ancora attrattivo reclutando nuove leve specie tra le fasce più giovani della popolazione locale e all’interno dei campi profughi. 

La minaccia per l’Europa proverrebbe soprattutto da elementi endogeni, e il pericolo maggiore sono i cosiddetti lone wolfs. 

Gli attentati compiuti nel corso dell’anno in Europa hanno confermato la provenienza autoctona e destrutturata dalla minaccia jihadista degli attentatori. I terroristi erano per lo più soggetti privi di legami con i gruppi estremisti, ma da essi ispirati.   

I Balcani si dimostrano ancora una volta un potenziale incubatore della minaccia terroristica diretta verso i paesi europei. Il nostro paese potrebbe essere esposto dalla minaccia in quanto zona di transito verso altri paesi comunitari. In piena pandemia comunque sono stati espulsi dall’Italia 59 persone, in prevalenza di nazionalità tunisina e marocchina. L’intelligence ha spiegato al Parlamento che “in Italia ha continuato a registrarsi una certa adesione al jihadismo attraverso il web, dove vengono diffusi articoli, infografiche, video di propaganda in lingua italiana” oltre a “immagini minatorie di monumenti simbolo del nostro Paese e del Cristianesimo”. Il rischio è sempre il solito, cioè l’effetto su soggetti influenzabili sia residenti che in transito. Carceri e moschee restano ambienti sensibili e luoghi di radicalizzazione. 

LA MINACCIA CIBERNETICA

L’emergenza epidemiologica ha irrobustito le azioni ostili in danno a vari settori come quello sanitario e della ricerca, nei confronti dei quali sono stati inoculati malware. Anche Ministeri ed altre Amministrazione delle Stato sono stati bersaglio di un’intensa campagna di diffusione di malware.  

Il cigno nero della pandemia ha causato, anche in termini di impatto sulla società, sulle tecnologie in uso alla popolazione, sulla digitalizzazione di attività e servizi, un aumento della superficie di rischio cibernetico per i singoli e per l’intero Sistema Paese. Sono diventate più attuali e concrete le minacce alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti, nonché alla continuità degli approvvigionamenti. È emerso che attori ostili hanno sfruttato, durante il periodo pandemico, il massiccio ricorso da parte di lavoratori al cosiddetto smartworking, con il conseguente accesso da internet alla VPN (Virtual Private Network). Accedendo di conseguenza a risorse digitali di Ministeri, aziende di profilo strategico e infrastrutture critiche, divenuti ancor più bersaglio di campagne ostili di matrice statuale, criminale o hacktivista. Inoltre, attacchi Ransomware hanno colpito soggetti di rilievo nazionale dell’industria del Made in Italy, sfruttando sempre per l’infezione le nuove modalità di collegamento attivate per lo smartworking

L’ATTIVISMO DELLE MAFIE

Anche la criminalità organizzata sta cercando capitalizzare il massimo profitto dalla pandemia attraverso il condizionamento degli imprenditori in difficoltà, e cercando di intercettare finanziamenti nazionali ed europei. Tra tutte le criminalità, la ‘ndrangheta resta quella più pericolosa, molto attiva nel ciclo dei rifiuti, nel settore sanitario e nel settore delle energie rinnovabili, dove ambisce a conquistare il pieno controllo di tutto il settore. La mafia siciliana specializzatasi nel riciclaggio, sta creando imprese apparentemente “pulite”. Ha inoltre aggiunto al suo “paniere” l’interesse per i settori immobiliari, dei trasporti, della previdenza e ristorazione, oltre al classico traffico di stupefacenti, alle estorsioni, al gambling on line, senza tralasciare il contrabbando di oli minerali. La camorra, organizzazione criminale più debole, sta cercando di infiltrarsi nell’immobiliare, nella grande distribuzione e nell’edilizia con appalti in Italia e all’estero. 

L’emergente quarta mafia, quella pugliese, sta puntando alle estorsioni e ad acquisire finanziamenti pubblici, oltre ad avere un intenso sodalizio con le mafie balcaniche. Tra le organizzazioni straniere, quella nigeriana resta la mafia più pericolosa e strutturata. Dedita allo spaccio di droga, si occupa di incentivare l’immigrazione clandestina e l’evasione fiscale, senza disdegnare le frodi informatiche. 

EVERSIONE ED ESTREMISTI IN ITALIA

La pandemia è riuscita a mettere d’accordo tutti, persino gli opposti estremismi di destra e di sinistra. Anarco-insurrezionalisti, marxisti-leninisti, antagonisti e destra radicale tutti insieme hanno avviato sul web una campagna di protesta propagandistica strumentalizzando la crisi sanitaria, rilanciando progettualità conflittuali e istanze antisistema. 

La componente interna più attiva e vitale – soprattutto on-line-  è data dagli anarco-insurrezionalisti.  Ultimamente hanno anche perpetrato tipiche azioni da guerriglia urbana consistenti in atti vandalici, incendi e sabotaggi in danno a infrastrutturale delle telecomunicazioni. Al riguardo, seppure in linea di continuità con il 2019, ha trovato nuova linfa, anche a livello internazionale, la mobilitazione contro la rete 5G, annoverando tra l’altro, in coerenza con la prassi insurrezionalista, documenti recanti circostanziate indicazioni anche per quel che attiene ai potenziali obiettivi, come la mappatura delle antenne 5G sul territorio nazionale. Tralicci e ripetitori, reti in fibra ottica, sistemi di videosorveglianza e aziende specializzate in tecnologie digitali sono diventati, quindi, target privilegiati della campagna contro il “capitalismo digitale” e le “nocività”. Inoltre il territorio nazionale è stato interessato da manifestazioni di protesta con derive violente che hanno visto un’adesione di soggetti eterogenei che andavano da militanti oltranzisti a giovani contigui alla criminalità comune.  

LA DESTRA RADICALE 

L’attenzione informativa dei nostri 007 sul piano della ricerca e dell’analisi nei confronti dei circuiti della destra radicale è stata elevatissima. Non è stata tralasciata nemmeno la dimensione virtuale nel cui ambito, in relazione alla pandemia, sono proliferate campagne di disinformazione e teorie cospirative, accompagnatesi a retoriche ultranazionaliste, xenofobe e razziste, nonché ad interventi propagandistici dagli accesi toni antisistema. 

Le principali formazioni dell’estrema destra, alle prese con i cronici dissidi interni e disegni evolutivi, hanno seguìto con interesse gli sviluppi dell’emergenza sanitaria, nel tentativo di sfruttare il tema del disagio economico correlato alla crisi e guadagnare consensi tra le categorie sociali più in difficoltà, con riguardo soprattutto ai cittadini delle periferie urbane. Hanno tentato di coinvolgere nelle mobilitazioni anche gruppi di protesta spontanei e realtà delle tifoserie ultras.

Quanto al mondo skinhead, d’ispirazione marcatamente nazi-fascista e antisemita, si è continuato a registrare l’attivismo di formazioni interessate a perseguire un progetto aggregativo delle diverse e frammentate realtà d’area. 

La propaganda di matrice razzista e xenofoba si è intensificata attraverso l’uso di piattaforme online e social media, unitamente al proliferare di teorie complottiste e messaggi dal contenuto violento e nichilista. 

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