Il medico precognitivo

Il giorno in cui è andato in pensione Ugo Gaiani, medico di Guastalla, ha riunito amici e ex pazienti e ha cominciato lo spettacolo catartico: con una mazza da baseball ha distrutto, a colpi regolari e precisi, il suo telefono, riducendolo in polvere. Gaiani è ritornato ad essere un uomo libero. “Mi chiamavano a tutte le ore” ha dichiarato ai giornali, invitati anch’essi allo show in piazza.

Lo sappiamo bene anche noi che non siamo medici: il cellulare ci ha tolto tempo e possibilità di manovra, richiede un’attenzione continua, ci sovrasta in tutto e per tutto. E’ diventato il nostro padrone. Distruggendolo, Gaiani ha messo fine alla vita tormentata di prima e si è proposto, magari involontariamente, ad esempio per tutti.

Ha però aggiunto che quelle chiamate che riceveva in continuazione (faceva turni in ospedale fino a 16 ore consecutive) non erano solo fastidiose di per sè, per l’arroganza degli squilli senza sosta e la protervia a volte delle richieste, ma soprattutto perchè “con la pandemia tutti i lati negativi dell’animo umano si sono esasperati. La gente è diventata più maleducata, cattiva, ansiosa, depressa, insistente”.

Gaiani si propone ora di “fare cose belle, semplici e normali”. E’ un nosto mito, lo confessiamo. Con un gesto ci ha fatto capire quanto sia sbagliato questo mondo basato sulle dipendenze e quanto semplice arginarlo, destinandolo a ciò che è sempre stato: polvere.

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