Un pastore, la guerra, un amore

“Storie di Emigrazione” è un progetto del Comites Parigi sostenuto dalla Commissione Lavoro e Politiche Sociali. Mira a creare un ponte tra le generazioni e a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità italiana all’estero, sottolineando l’importanza di conservare e trasmettere le storie degli emigranti italiani. Il 13 giugno il primo incontro al Ciemi parigino è stato dedicato alla presentazione del libro “La Promessa” di Gianlivio Fasciano (edizioni Iod). 

La Promessa è il romanzo di una storia vera, fatta d’amore e di ferro, raccontata dall’autore, Gianlivio Fasciano, nella lingua autentica e commovente di un pastore, Romolo, nato a Mastrogiovanni l’11 agosto 1921 da Simone Di Meo e Gloria Verrecchia. Mastrogiovanni è un paesino, così piccolo, che si perde tra i monti “Sopra Caserta, sotto la Ciociaria, verso l’Abruzzo, dentro il Molise”. 

La storia di Romolo, delle sue vacche, del suo amore per Giovanna, e della chiamata, prima, alla leva e poi in guerra, era una storia destinata all’oblio, o al ricordo di pochi, ma oggi, grazie alla scrittura di Gianlivio Fasciano, è possibile leggerla, emozionarsi, e fare tesoro di un mondo del passato, le cui radici sono piantate in ognuno di noi. 

Come Pasolini, Gianlivio Fasciano è convinto che i contadini e i pastori volessero restare tali, desiderassero vivere felici nonostante la durezza del lavoro. Neppure la guerra, che costringe Romolo a diventare soldato, riesce a snaturarlo. “Avrei voluto alzare le mani e arrendermi, dire che ero solo un pastore di Mastrogiovanni anche se tenevo un fucile tra le spalle”. Questo romanzo si iscrive nella grande tradizione della letteratura civile.

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