Pasticceria, il cliente chiede anche materie prime non solo prodotti finiti

Rivedere i vecchi modelli di business con un occhio all’ecosostenibilità. Ecco cosa ci rivela l’indagine dell’Osservatorio Sigep, hub di analisi e confronto del Salone Internazionale di Italian Exhibition Group dedicato a gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè (prossima edizione in primavera alla fiera di Rimini).

“Da sempre, nel nostro Dna di formatori dei professionisti del gusto – spiega Vittorio Santoro, direttore di CAST Alimenti, istituto di formazione e aggiornamento leader in Italia con sede a Brescia – l’attività tecnica e pratica è strettamente legata a una visione imprenditoriale. Solo così riesci ad acquisire competenze e ad avere una visione allargata anche su rami gestionali e organizzativi, ad accogliere al meglio le sfide della digitalizzazione, della comunicazione e del progresso ecosostenibile”. 

Protagonisti della pasticceria come Santi Palazzolo, membro dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani (AMPI), parlano di “un periodo non particolare, ma unico, con il settore che si reinventa. Dopo aver sviluppato l’e-commerce e i servizi di delivery, abbiamo diversificato l’offerta scegliendo di commercializzare anche materie prime e non solo prodotti finiti. Durante queste festività, abbiamo visto che il cliente è interessato anche a prodotti accessori, utili per fare i dolci, semilavorati come pasta di mandorla, frutta candita, pezzi di cioccolato”. 

Gino Fabbri, pasticcere di Bologna e Presidente Accademia Maestri Pasticceri, consiglia: “In questo periodo abbiamo riscoperto il portato dei ricordi d’infanzia. Proponiamo le crostatine ai frutti di bosco, la pavlova, il savarin, la diplomatica: i classici, compreso il semplice maritozzo. E ricordo che si può anche recuperare un panettone da scaldare a fette, in forno a 180 gradi, da servire con crema pasticcera e una spolverata di cacao”.

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