Sull’energia impossibile cambiare, almeno per ora

Sessantanni di dipendenza energetica dalla Russia non si possono cancellare in un colpo. Un’eredità dell’età comunista – un bisogno che vale attualmente il 90% della domanda interna di petrolio e l’80% di gas – che non può essere modificata sensibilmente, malgrado il gas arrivi dal TurkStream (Russia-Turchia-Balcani) e non passi per l’Ucraina.

Il premier ungherese, Viktor Orban, ha pochi giorni fa dichiarato che “non sarà possibile sostituire il gas russo a basso costo con il costoso gas americano… Non si tratta di indossare un maglione la sera e ridurre leggermente il riscaldamento o pagare qualche soldo in più per il gas. Il fatto è che se non arrivano le forniture di energia dalla Russia allora non ci sarà energia in Ungheria”.

Orban ha ricordato a Bruxelles che l’Ungheria ha “firmato un contratto con la Russia lo scorso ottobre per 15 anni di forniture”. Il suo ministro degli Esteri, Péter Szijjártó, ha altresì annunciato che Budapest ha un piano per pagare il gas russo in rubli “senza violare le sanzioni europee”.

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