Eletto Fontana alla Camera. Un Presidente molto credente e sempre piuttosto contestato dalle minoranze

Per capire Lorenzo Fontana, eletto oggi Presidente della Camera, basta forse il saluto, non scontato, nel suo discorso d’insediamento “al Pontefice Francesco, un riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini italiani… Sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza uguali”. Applauso dell’Aula per una citazione sentita. Ma quando si sposò scelse il rito tridentino, quello dei tradizionalisti seguaci una volta del vescovo “scissionista” Lefebvre che adesso riconoscono l’autorità di Papa Francesco.

L’ex ministro della Famiglia va dritto per la sua strada. Se anche sottolinea, come oggi, ai deputati che “la grandezza dell’Italia è la diversità” e bisogna “sublimarla”, di altre “diversità” è meno convinto. Sull’immigrazione, per esempio, in cui dice si ispirarsi al catechismo: “Ama il prossimo tuo, ovvero in prossimità” ha detto. Insomma, non quelli che vengono da lontano. E sullo ius soli: “Non ne abbiamo bisogno”.

E’ il perfetto rappresentante di “Prima gli Italiani” di salviniana memoria e infatti i due sono amici. E’ contro l’aborto e contro le persone Lgtb: “Le famiglie arcobaleno non esistono”. Nelle idee di Fontana c’è una famiglia sola, “quella naturale”, e ovviamente non poteva essere insensibile, in questo senso, “al grande riveglio religioso cristiano”. Russo. Perchè le sue simpatie per Putin e Trump non le ha mai nascoste.

Poi dice anche, come nel discorso di oggi, che “il pluralismo delle istituzioni e nelle istituzioni rafforza la democrazia e la società”. E’ un uomo intelligente, ma non rappresenta tutti. E infatti dopo il Papa ringrazia Bossi, oltre alle scontate parole per il Presidente Mattarella. Ma mai giudicare prima di vedere, perchè qualche buona sorpresa può sempre uscire dalle aule di Montecitorio.

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