Di Carlantonio: “La battaglia è sui diritti. E Teramo diventerà una capitale della Cultura”

Meno di un mese fa, neanche ai tempi dei nostri nonni, il dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo ha organizzato un dibattito su “Abitare il proprio corpo”. Lo scopo era quello di promuovere una società più inclusiva e sensibilizzare gli studenti su “una comunicazione non ostile”. 

Non l’avessero mai fatto. 

Nelle ore seguenti si è scatenata una lotta verbale – che definire accesa è un eufemismo – tra un eurodeputato di destra e chi organizzava, tra chi insomma ha visto nell’incontro “il tentativo di introdurre l’ideologia gender e Lgtb nelle nostre università” e chi ha invece sostenuto la necessità di parlare di un tema in un’epoca in cui “permangono elementi di assoluta inciviltà e con un aumento di denunce per violenze su persone con disabilità, su donne e per reati di omotransfobia”. 

A Teramo queste cose non succedono, ha concluso un politico contrario al dibattito di Scienze della Comunicazione.

Però appena pochi giorni dopo è apparso un cartello sotto un’abitazione in centro in cui c’era scritto: “Qui abita un frocio che vota…” con il nome del candidato. 

Non diciamo chi sia il candidato per non avvantaggiare nè l’uno nè l’altro schieramento. Nè diciamo i nomi di chi si è affrontato stoicamente, sui giornali, riguardo alla questione di come abitare il proprio corpo. In fondo, queste parole sono solo maleducazione, infinita ed esecrabile, ma devono comunque essere condannate.

Tutto ciò per dire che dai programmi elettorali – i candidati hanno già a che fare con migliaia di problemi da risolvere e progetti da imbastire sulla Teramo del futuro – è scomparsa la parola Diritti. Sembra, nei depliant che riceviamo, che se ne sia dimenticato lo stampatore. 

E invece la questione è e deve essere sul tavolo, come ci spiega il candidato Davide Di Carlantonio, segretario provinciale di Articolo Uno. “Di diritti se ne parla poco, lo fanno solo le associazioni e i giovani, che sono molto attenti alla questione. Ho partecipato ad assemblee d’istituto e mi ricordo benissimo come sia stato ascoltato”. Passi in avanti. “Le grosse decisioni, è ovvio, le prendono a livello nazionale. Ma le cose si muovono anche da noi. il 22 giugno dello scorso anno abbiamo organizzato il nostro primo Pride a Teramo. L’amministrazione è molto attenta e sensibile a questi temi” sottolinea Davide.

“Teramo in questi anni è una città che è tornata ad essere viva” aggiunge. Poi, dopo aver indicato l’Università come risorsa presente e futura (“Con il recupero dell’ex Manicomio e la realizzazione della Cittadella della Cultura”), chiede agli elettori di tenere in conto il prima e il dopo: “Non riconsegniamo la città a chi ci ha portato al fallimento”.

E’ proprio sulla Cultura che Di Carlantonio punta, “sul conservatorio e sul DAMS, unico in Italia all’interno di Scienze della Comunicazione”, sui monumenti (“Abbiamo recuperato il Castello della Monica e il Mercato Coperto, c’è il bando sul Teatro Romano”), sugli eventi e sulla necessità di coinvolgere le associazioni nell’organizzazione.

“E poi il Parco Fluviale è già sede culturale. Nei prossimi cinque anni vedremo Teramo aprirsi al mondo e magari candidarsi come capitale della Cultura italiana”. Semprechè gli elettori diano fiducia al suo centrosinistra (la sua lista è “Insieme Possiamo”).

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